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Ricostruzione, via ai piani attuativi per i centri storici

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13 Set Ricostruzione, via ai piani attuativi per i centri storici

Alcuni centri abitati saranno delocalizzati. La pianificazione potrà essere affidata ai liberi professionisti

Stanno per partire gli interventi di ricostruzione dei centri storici colpiti dagli eventi sismici del 2016. È l’effetto dell’ordinanza 39/2017, che regola la pianificazione attuativa connessa agli interventi di ricostruzione colmando il tassello mancante per l’autorizzazione dei lavori e l’avvio dei cantieri. Alla redazione dei piani attuativi potranno partecipare anche professionisti esterni nel caso in cui le Pubbliche Amministrazioni non siano dotate di personale idoneo.

Piani attuativi: ricostruzione integrata dopo la perimetrazione
L’ordinanza 39 chiude il cerchio tracciato con l’ordinanza 25/2017, pubblicata a maggio, con cui sono stati definiti i criteri per la perimetrazione dei centri storici e i nuclei di particolare interesse maggiormente colpiti dai terremoti. In base all’ordinanza di maggio, a partire dall’adozione dell’atto di perimetrazione da parte della Regione, ai Comuni sono concessi cinque mesi per la predisposizione dei piani attuativi, senza i quali nessun intervento nei centri storici può essere autorizzato.

Oltre che la ricostruzione, i piani attuativi devono favorire la riqualificazione ambientale e architettonica del centro o del nucleo perimetrato, definire gli interventi idonei a garantire la sicurezza delle costruzioni e favorire il reinsediamento delle attività produttive e dei servizi pubblici e privati e il rientro della popolazione nelle abitazioni recuperate.

I piani devono inoltre garantire la ricostruzione integrata, la realizzazione coordinata degli interventi su edifici pubblici o di uso pubblico, sui beni ecclesiastici, sugli edifici privati e sulle opere di urbanizzazione, superando la frammentazione che può derivare dall’elevato numero dei soggetti incaricati dell’esecuzione delle opere e dallo sfalsamento dei tempi anche nella messa a disposizione delle risorse.

L’ordinanza prescrive che tutti gli interventi siano effettuati in conformità alle Norme tecniche per le costruzioni contenute nel DM 14 gennaio 2008.

Piani attuativi, chance di incarichi per i liberi professionisti
Per la redazione dei piani attuativi i Comuni si avvarranno delle strutture interne. In mancanza di professionalità adeguate, potranno affidare gli incarichi all’esterno, scegliendo tra i liberi professionisti iscritti nell’elenco speciale del Commissario straordinario per la ricostruzione.

L’ordinanza fornisce anche una tabella per il calcolo dei compensi dei professionisti, che dovrà essere proporzionale alla superficie perimetrata, alla superficie coperta e al numero di residenti.

Trasferimento dei centri abitati
La ricostruzione di edifici distrutti o demoliti nei centri e nuclei interessati dai piani attuativi avviene di norma nel sito originario, senza consumo di altro suolo.

Sono però previste delle eccezioni. Qualora i perimetri approvati dalle Regioni contengano zone edificate suscettibili di grave instabilità dinamica in fase sismica, classificate dalle autorità competenti come zone non più utilizzabili per motivi di pubblica e privata incolumità, nei piani attuativi bisogna agire su più fronti. Da una parte individuare le aree stabili interne ai perimetri, dall’altra prevedere una delocalizzazione definendo l’assetto urbanistico del nuovo insediamento, esterno al perimetro, in grado di ospitare gli edifici ricostruiti, che dovrebbero conservare la destinazione d’uso e le dimensioni originarie.

I piani devono stabilire inoltre la futura destinazione delle aree dichiarate instabili, le demolizioni da eseguire, le opere necessarie al contenimento dei fenomeni di instabilità e l’eventuale utilizzo pubblico che ne può essere fatto entro i limiti di sicurezza.

FONTE: www.edilportale.com

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