14 Set Adeguamento sismico delle scuole, in Gazzetta il decreto. Il Miur chiederà alle Regioni i piani per la messa in sicurezza o per la realizzazione di nuovi edifici.
Un passo in più per la realizzazione di interventi antisismici nelle scuole. È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DM 20 luglio 2017, con cui il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca (Miur) ha ripartito tra le Regioni 26,4 milioni di euro per la messa in sicurezza antisismica delle scuole o per la realizzazione di nuovi edifici.
Edilizia scolastica, le dieci linee di intervento del Miur
Le risorse sono state stanziate con la legge sulla Buona Scuola (Legge 107/2015). Saranno spese secondo le modalità tracciate dal dpcm 12 ottobre 2015, quindi per la messa in sicurezza antisismica delle scuole e la realizzazione di nuovi edifici, ove questa scelta risulti preferibile rispetto alla messa in sicurezza delle strutture già esistenti.
L’iniziativa rientra nelle dieci linee di intervento del Miur a favore dell’edilizia scolastica tra cui, lo ricordiamo, ci sono anche la realizzazione di otto scuole innovative, realizzazione di nuovi poli per l’infanzia, interventi e nuove verifiche sui solai. Come annunciato dalla Ministra, Valeria Fedeli a luglio, su queste linee saranno spesi in tutto 2,6 miliardi di euro.
Antisismica nelle scuole, gli interventi ammessi
Gli interventi di adeguamento strutturale e antisismico o nuova costruzione devono riguardare gli edifici scolastici di proprietà pubblica ubicati in territori rientranti in una delle zone sismiche 1, 2 o 3. Sono esclusi quelli costruiti o adeguati ai sensi delle norme sismiche emanate successivamente al 1984.
Nel caso in cui si opti per la nuova costruzione bisogna motivarne la necessità motivata dal punto di vista funzionale, economico o di inidoneità del sito. Il vecchio immobile deve inoltre essere demolito o messo in sicurezza. In entrambi i casi, l’utilizzo a fini scolastici non sarà più consentito.
Non sono consentiti interventi su edifici a destinazione mista (scolastica-abitativa, scolastica-commerciale), a meno che non sia garantito che le risorse stanziate coprano solo gli interventi sulle parti a destinazione scolastica e che la quota di lavori sulle parti a destinazione diversa sia finanziata con altri Fondi.
Non sono consentiti neanche gli interventi sugli edifici scolastici di proprietà pubblica già finanziati con altri fondi nazionali e comunitari, fatta eccezione per quelli finanziati per altre finalità.
La Regione deve verificare queste condizioni, anche indicendo una Conferenza di servizi, e poi trasmettere il piano degli interventi di adeguamento al Miur.
A partire da questo momento, le Regioni interessate devono attendere una comunicazione con cui il Miur le inviterà a presentare i piani relativi alle annualità 2016 e 2017.
FONTE: www.edilportale.com
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